Con i suoi 4000 abitanti Barisardo si trova proprio al centro dell’Orientale Sarda, a quattro chilometri dal mare, in una posizione strategica che in passato rispondeva alla necessità di difendersi da incursioni vandaliche. Per questo nel secolo XVII un decreto del Re di Spagna, Filippo II, ordinò la costruzione di una Torre che solo ora è stata sottoposta a restauro conservativo.
Noto come Barì fino alla costituzione del Regno d’Italia, di tradizione agricola e artigianale, Barisardo ha da poco espresso una nuova vocazione turistica attraverso la costruzione di alberghi e campings a ridosso di spiagge bianchissime. Il suo litorale si estende per dieci chilometri, dalla località di Cea sino alla zona di Teccu che si caratterizza per i suoi promontori di rocce basaltiche, frutto delle eruzioni di un vulcano antichissimo. Davanti, per la felicità degli appassionati di immersioni, fondali marini mozzafiato. Non solo mare comunque: l’entroterra con la natura, i colori e i profumi tipici della macchia mediterranea non delude certo gli amanti di trekking ed escursioni.
Il periodo prenuragico e nuragico è documentato dalla presenza di nuraghi, domus de janas e tombe dei giganti, soprattutto nelle zone di Pirarba, Funtana Su Rettore, Ibba Manna, Gib’e Scrocca e Pizz’e Monti. Di un certo interesse all’interno del paese, costruita tra seicento e settecento, la Chiesa Patronale con le sue scalinate balaustrate in marmo policromo finemente intarsiato.
A Barisardo resiste la tradizione artigiana come dimostrano i gioielli lavorati con la filigrana, le maschere con le loro forme astratte e selvagge, e i costumi locali. Anche la cucina ha mantenuto i suoi aspetti tradizionali: culurgionis, focaccia coccoi con zucca e ‘casu ageru’ sono i piatti forti; ed è possibile gustare anche ottimi vini rossi.
Due sagre importanti: a fine giugno, la ‘Sagra de su Nenniri’ (nettare) prevede una processione che arriva sino al mare; a settembre invece si celebra la Festa Patronale della Beata Vergine di Monserrato.