È conservata in Sardegna una delle più affascinanti e misteriose storie dell’archeologia del periodo nuragico.
Sacerdoti, guerrieri, pugilatori dagli occhi cerchiati, riemergono dalla terra più antica per riscrivere la storia dell’intero bacino Mediterraneo. È conservata in Sardegna una delle più affascinanti e misteriose storie dell’archeologia del periodo nuragico. In una mattina di primavera del 1974, nelle campagne di Cabras, l’aratro di un contadino “inciampò” su una pietra monolitica: il vomere si era incastrato in un’enorme testa scultorea.
Sotto quella terra era sepolto l’esercito dei Giganti di Mont’e Prama, “Sos Zigantes de Mont’e Prama”.
Fra il 1975 e il 1979, dopo quattro campagne di scavo sono stati recuperati 5.178 frammenti, il più pesante di ben 222 chili e il più leggero di 0,2 grammi. Si aspetterà sino allo stanziamento dei fondi del Ministero, nel 2005, prima di far partire il restauro delle 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe, 784 frammenti di scudo, poi conservati nel Museo Archeologico di Cagliari. Grazie a innovativi sistemi informatici, il minuzioso restauro avvenuto al Centro di Li Punti a Sassari, ha risvegliato dopo un sonno lungo 2800 anni, il volto di un popolo dimenticato con 38 sculture: 5 arcieri, 4 guerrieri, 16 pugilatori, 13 modelli di nuraghe. Attualmente i “colossi”di calcare si possono ammirare nei due poli espositivi del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e del Museo Civico di Cabras.
Oggi custodi più di misteri che di certezze, in quella collina affacciata sulla laguna di Cabras e chiamata Mont’e Prama, si continua a scavare e studiare, per restituire a un popolo che non ha lasciato memoria scritta la sua storia.