La conformazione del territorio, il clima mite e una cultura gastronomica fortemente identitaria mantengono immutati profumi e sapori inconfondibili.

Come quelli della fregola, pasta di semola molto più grossa del cous cous, condita spesso con le arselle delle peschiere locali, delle cozze alla marinara, delle anguille e dei muggini (tanto tipici da essere celebrati in una festa estiva sul piazzale di San Giovanni). Proprio dai muggini proviene “l’oro sardo”, la bottarga, uova essicate che diventano polvere ambrata al profumo di mare.

Non da meno è la cucina agropastorale, col maialetto arrosto su un letto di mirto e con i formaggi – caprino e pecorino su tutti – accompagnati spesso da un calice di buon Cannonau.
Anche sulla frutta Muravera gioca facile: è indiscussa patria degli agrumi (come testimonia l’omonima sagra, uno degli appuntamenti folk più importanti di tutta l’Isola) utilizzati sia per le spremute che per produrre i tipici liquori di limone, arancia e mandarino. La forza della tradizione sta riportando in auge anche il vino di arance, un passito così singolare da meritare d’essere portato a casa come souvenir.
