Si tratterebbe della sella che Lucifero avrebbe perso durante la battaglia con gli angeli nel tentativo di impadronirsi del Golfo.
Almeno due sono i modi di vivere il Poetto, il litorale turchese fra Quartu e Cagliari. Uno è dal di dentro, per godere del relax e del divertimento che la spiaggia dei centomila offre. L’altro è dall’alto: dalla Sella del Diavolo, promontorio suggestivo almeno quanto il nome che porta (si tratterebbe della sella che Lucifero avrebbe perso durante la battaglia con gli angeli nel tentativo di impadronirsi del Golfo).

Dal piazzale che sovrasta l’intima spiaggia di Calamosca si intraprende la strada verso l’omonimo hotel e, da qui, via verso un sentiero ripido in roccia calcarea. La fatica del primo tratto è ripagata dalla vista: si possono ammirare Cala Fighera, piccola insenatura dal mare turchese, il Golfo degli Angeli e il Faro di Cala Mosca. Fra olivastri, ginepri e palme, ecco affiorare i resti di un fortino militare e della Torre di Sant’Elia (1292), oltre alle cisterne punica e romana (pohuet significa proprio pozzetto, in catalano).

Vale la pena salire ancora, fino all’area dedicata alla dea Astarte.
Siamo a quota 135 metri, il cielo è limpido, il mare brilla sotto i raggi del sole e una leggera brezza porta con sé i profumi di salsedine e di macchia mediterranea. Imperdibile.